Cella di Hadley, modello della circolazione atmosferica terrestre proposto da George Hadley (1735). Consiste in un unico sistema di vento in ogni emisfero, con un flusso verso ovest ed equatore vicino alla superficie e un flusso verso est e verso il polo ad altitudini più elevate. Le regioni tropicali ricevono più calore dalla radiazione solare di quanto ne irradiano nello spazio, e le regioni polari irradiano più di quanto ricevono; poiché entrambe le aree hanno temperature quasi costanti, Hadley teorizzò che l’aria calda deve quindi salire vicino all’Equatore, fluire verso il polo ad alte quote, e perdere calore con l’aria fredda presente vicino ai poli. Quest’aria più fredda e densa poi scende e scorre verso l’equatore a basse quote fino ad avvicinarsi all’equatore, dove viene riscaldata e sale di nuovo.
Hadley ideò questo modello nel tentativo di spiegare il flusso degli alisei verso ovest e verso l’equatore, ma ignorò l’effetto Coriolis della rotazione terrestre, che devia lateralmente gli oggetti in movimento (compresa l’aria) e preclude una semplice circolazione nord-sud dall’equatore ai poli. La cella di Ferrel, un modello con una circolazione statisticamente media opposta a quella della cella di Hadley, è stata successivamente proposta per spiegare i venti occidentali delle medie latitudini. La cella di Hadley rimane un’eccellente spiegazione della circolazione atmosferica terrestre che si verifica in entrambi gli emisferi a partire da circa 30° di latitudine.