L’arte dell’alchimia è stata tramandata attraverso i secoli dall’Egitto e dall’Arabia alla Grecia e a Roma, e infine all’Europa occidentale e centrale. La parola deriva dalla frase araba “al-kimia”, che si riferisce alla preparazione della pietra o dell’elisir da parte degli egiziani. La radice araba “kimia” deriva dal copto “khem” che alludeva alla fertile terra nera del delta del Nilo. Esotericamente e geroglificamente, la parola si riferisce al mistero oscuro della Materia primordiale o Prima (il Khem).
Semplificando, gli obiettivi degli alchimisti erano tre: trovare la Pietra della Conoscenza (La Pietra dei Filosofi), scoprire il mezzo di Eterna Giovinezza e Salute, e scoprire la trasmutazione dei metalli. Nella mente dell’alchimista medievale i diversi elementi non erano altro che la stessa sostanza originale in vari gradi di purezza. L’oro era il più puro di tutti e l’argento seguiva da vicino.
Nei primi tempi dell’alchimia, i segni astronomici dei pianeti erano anche usati come simboli alchemici. Poi, nei secoli delle persecuzioni e delle soppressioni medievali, ogni alchimista inventò i propri simboli segreti. Ciarlatani, ciarlatani e imbroglioni presero il sopravvento e l’alchimia divenne, insieme alla stregoneria e alla stregoneria, tristemente famosa per le frodi e le estorsioni. Nel 18° secolo gli scienziati cercarono di liberare le vere conquiste della chimica, della farmacologia e della medicina da questa confusa cornucopia di scienza e magia.