Secondo il ritmo scapolo-omerale, l’abduzione della spalla è seguita dalla rotazione scapolare verso l’alto per garantire mobilità e stabilità dell’articolazione. È interessante notare che l’abduzione della spalla può essere eseguita tenendo la scapola in diverse posizioni e in associazione con l’elevazione scapolare, con possibili effetti sull’attività dei muscoli della spalla. Pertanto, lo scopo dello studio è stato quello di analizzare l’attività dei muscoli rilevanti della spalla e i rapporti di attività tra i muscoli scapolo-toracici, durante l’abduzione della spalla eseguita in diverse combinazioni di posizione scapolare (neutra, retratta, protratta) ed elevazione scapolare.
L’attività elettromiografica del deltoide medio, del serrato anteriore, delle fibre superiori, medie e inferiori del trapezio è stata registrata durante i movimenti di abduzione della spalla eseguiti tenendo la scapola in posizione neutra, retratta e protratta, e successivamente un movimento di elevazione della spalla. L’attivazione di ogni muscolo e i rapporti di attività dei muscoli scapolo-toracici sono stati determinati ogni 15 gradi, da 15° a 120° di abduzione.
La retrazione scapolare ha portato ad una maggiore attivazione dell’intero muscolo trapezio, mentre la protrazione ha indotto una maggiore attività del trapezio superiore, del deltoide medio e del serrato anteriore, insieme ad una minore attività del trapezio medio e inferiore. L’elevazione della spalla ha portato a una maggiore attività del trapezio superiore e del deltoide medio. Inoltre, ha indotto una minore attivazione del serrato anteriore e del trapezio medio e inferiore, portando così ad alti rapporti tra il trapezio superiore e gli altri muscoli scapolo-toracici, soprattutto tra 15 e 75 gradi di abduzione.
Questo studio evidenzia che l’abduzione della spalla eseguita con protrazione scapolare e in combinazione con l’elevazione scapolare porta ad una maggiore attività del deltoide medio e del trapezio superiore, con conseguente squilibrio tra i muscoli scapolo-toracici che potrebbe ostacolare il ritmo scapolo-omerale ottimale. L’abduzione eseguita nelle suddette condizioni scapolari induce anche potenziali effetti di inibizione reciproca tra i muscoli mobilizzatori e stabilizzatori della scapola, suggerendo diverse strategie di controllo motorio di integrazione di un movimento comune della spalla con varie modifiche della posizione scapolare.