Harun Farocki utilizza una vasta collezione di sequenze di immagini da laboratori, archivi e impianti di produzione per esplorare la moderna tecnologia delle armi. Questa trilogia esamina le tecniche “intelligenti” di elaborazione delle immagini come la sorveglianza elettronica, la mappatura e il riconoscimento degli oggetti, al fine di dare uno sguardo più da vicino al rapporto tra uomo, macchina e guerra moderna.
“L’attenzione del signor Farocki sulle tecniche di simulazione invita allo scetticismo sulla rappresentazione della realtà in generale. La sua arte è una meditazione sul grado in cui il nostro mondo, quello che prendiamo per realtà, è formato da macchine di registrazione e di produzione di immagini. Siamo sempre “a distanza”, in pace come in guerra. La tecnologia rappresentativa diventa un’esperienza in sé e per sé, che almeno in parte eclissa ciò che pretende di rivelare. Allo stesso modo, le nostre menti organizzano le informazioni in arrivo in immagini e narrazioni che possono essere o meno fedeli ai fatti. Le inesistenti armi di distruzione di massa che apparentemente hanno portato all’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti sono un caso esemplare.”
–Ken Johnson, Unfiltered Images, Turning Perceptions Upside Down, New York Times, 26 agosto 2011