Gallia

La Gallia (latino Gallia, francese Gaule) è il nome dato dai Romani ai territori dove vivevano i Galli Celtici (latino Galli, francese Gaulois), tra cui l’attuale Francia, Belgio, Lussemburgo e parti dei Paesi Bassi, Svizzera, Germania sulla riva occidentale del Reno, e la Valle del Po, nell’attuale Italia. Gli antichi limiti della Gallia erano il fiume Reno e le Alpi a est, il Mare Nostrum (Mar Mediterraneo), la Valle del Po e i Pirenei a sud, e l’Oceano Atlantico a ovest e a nord. Prima della conquista romana da parte di Giulio Cesare (58-51 a.C.), il nome “Gallia” corrispondeva a una zona culturale e militare fondata su una religione comune e su federazioni di popoli che pensavano di avere un’origine comune. Questa origine comune risale probabilmente all’VIII secolo, quando gruppi di migranti della cultura Urnfield dell’età del bronzo si diffusero lentamente nella zona del futuro territorio della Gallia. Verso il 390 a.C., i Galli invasero e saccheggiarono Roma. Nel 222 a.C., la Gallia Cisalpina (la regione tra le Alpi e la valle del Po) fu conquistata dai Romani. La migliore descrizione che conosciamo della Gallia pre-romana è nel primo capitolo dei Commentarii de Bello Gallico, di Caio Giulio Cesare. È chiaramente un punto di vista romano delle realtà galliche:

Tutta la Gallia è divisa in tre parti, una delle quali abitano i Belgae, gli Aquitani un’altra, quelli che nella loro lingua sono chiamati Celti, nella nostra Galli, la terza. Tutti questi differiscono tra loro per lingua, costumi e leggi. Il fiume Garonna separa i Galli dagli Aquitani; la Marna e la Senna li separano dai Belghe. Di tutte queste, le Belghe sono le più coraggiose, perché sono le più lontane dalla civiltà e dalla raffinatezza della provincia, e i mercanti vi ricorrono meno frequentemente e importano quelle cose che tendono a effeminare la mente; e sono le più vicine ai Germani, che abitano al di là del Reno, con i quali sono continuamente in guerra; Per questo motivo gli Elvezi superano anche il resto dei Galli in valore, dato che si scontrano con i Germani in battaglie quasi quotidiane, quando li respingono dai loro territori o fanno essi stessi la guerra alle loro frontiere. Una parte di queste, che si è detto che i Galli occupano, ha inizio dal fiume Rodano: è delimitata dal fiume Garonna, dall’oceano e dai territori dei Belghi; confina inoltre, dalla parte dei Sequani e degli Elvezi, con il fiume Reno e si estende verso nord. Le Belghe sorgono dall’estrema frontiera della Gallia, si estendono fino alla parte inferiore del fiume Reno, e guardano verso il nord e il sole nascente. L’Aquitania si estende dal fiume Garonna ai monti Pirenei e a quella parte dell’oceano che è vicino alla Spagna: guarda tra il tramonto del sole e la stella nord.

Dopo che Giulio Cesare ebbe conquistato la Gallia, l’organizzazione territoriale della Gallia come parte dell’Impero romano fu conclusa dall’imperatore Augusto dal 27 al 12 a.C: Rispettando l’antica organizzazione descritta da Giulio Cesare, Augusto creò tre province romane: Gallia Belgica, Gallia Lugdunensis e Aquitania. Nel sud, la vecchia Provincia romana, alla quale fu aggiunta Massilia, fu rinominata Gallia Narbonensis. I territori confinanti con il fiume Reno furono combinati in due aree militari, che sotto Domiziano divennero le province della Germania Superiore e Inferiore. Per circa 200 anni la pace romana (Pax romana) fu mantenuta, con l’eccezione di alcune rivolte locali e problemi civili. Le incursioni germaniche del III secolo d.C. segnarono la fine di quest’epoca.

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