Gli incendi selvaggi hanno diverse forme e possono essere misurati in vari modi. Sono notoriamente difficili da confrontare, in particolare tra quelli di epoche diverse e quelli in regioni remote dove la precisione delle attrezzature e delle tecniche varia drasticamente. Il più probabile singolo incendio boschivo più grande nella storia registrata è tra due contendenti. L’incendio di Chinchaga, iniziato da scarti di legname nella Columbia Britannica, Canada, il 1° giugno 1950, è sfuggito al controllo e si è concluso cinque mesi dopo, il 31 ottobre, in Alberta; in quel periodo, ha bruciato circa 1,2 milioni di ettari (3 milioni di acri) di foresta boreale. Il Daxing’anling Wildfire del 1987 (alias Great Black Dragon Fire), che infuriò attraverso la catena montuosa Greater Khingan della Cina nord-orientale e attraverso il confine con l’URSS siberiana (ora Russia) tra il 6 maggio e il 2 giugno 1987, si pensa che abbia bruciato un’area di dimensioni simili di foresta di pini. Si dice che il Grande Incendio del Drago Nero abbia ucciso più di 200 persone, ne abbia ferite più di 250 e abbia lasciato decine di migliaia di sfollati.
Questo era molto probabilmente parte del più grande megacomplesso di incendi boschivi, o focolaio regionale, anche. Allo stesso tempo del Daxing’anling Wildfire, gli incendi boschivi infuriavano anche oltre il confine nella Russia siberiana; i dati satellitari suggeriscono che 13-15 milioni di ettari (32,1-37 milioni di acri) di taiga sono stati colpiti. Se si combina questo con l’incendio cinese, si ottiene una copertura totale per la regione di circa 16-18 milioni di ettari (39,5-44,5 milioni di acri).