La controcultura degli anni ’60 e ’70

Sommario

Nel decennio successivo al 1965, i radicali risposero alle caratteristiche alienanti della società tecnocratica americana sviluppando culture alternative che enfatizzavano autenticità, individualismo e comunità. La controcultura emerse da una manciata di enclavi bohémien degli anni ’50, in particolare le sottoculture Beat nella Bay Area e nel Greenwich Village. Ma nuove influenze formarono una controcultura eclettica e decentralizzata dopo il 1965, prima nel distretto Haight-Ashbury di San Francisco, poi nelle aree urbane e nelle città universitarie e, dagli anni Settanta, nelle comuni e in una miriade di controistituzioni. Le culture delle droghe psichedeliche intorno a Timothy Leary e Ken Kesey diedero origine a un’inclinazione mistica in alcuni rami della controcultura e influenzarono lo stile della controcultura in innumerevoli modi: l’acid rock ridefinì la musica popolare; la tintura delle cravatte, i capelli lunghi, i vestiti riadattati e il gergo hip stabilirono un nuovo stile; e i costumi sessuali si allentarono. Eppure gli elementi reazionari della controcultura erano forti. In molte comunità della controcultura, i ruoli di genere rispecchiavano quelli della società mainstream, e la sessualità maschile aggressiva inibiva gli sviluppi femministi della rivoluzione sessuale. Gli imprenditori e l’America corporativa trasformarono l’estetica della controcultura in una merce commerciabile, ignorando la critica incisiva della controcultura al capitalismo. Eppure la controcultura divenne la base dell’autentico “giusto sostentamento” per altri. Nel frattempo, la politica della controcultura sfida una pronta categorizzazione. L’immaginazione popolare spesso confonde gli hippy con gli attivisti di pace radicali. Ma i neo-sinistrati spesso esclamavano che la controcultura rifiutava l’impegno politico in favore dell’evasione edonistica o dell’individualismo libertario. Entrambi i punti di vista mancano gli aspetti politici più importanti della controcultura, che si concentrava sull’incarnazione di un’inclinazione anarchica decentralizzata, espressa nella formazione di contro-istituzioni come giornali clandestini, comuni urbani e rurali, head shop e cooperative alimentari. Mentre la controcultura svaniva dopo il 1975, la sua eredità divenne evidente nella ridefinizione della famiglia americana, l’avvento del personal computer, una crescente coscienza ecologica e culinaria, e il movimento di legalizzazione della marijuana.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *