La Corea del Nord minaccia di inviare truppe nella zona demilitarizzata

Tokyo – Il regime di Kim Jong Un minaccia di inviare truppe nella zona demilitarizzata che separa la Corea del Nord e la Corea del Sud dopo aver demolito l’edificio che serviva come missione diplomatica tra i rivali. Nell’ultima settimana, Pyongyang ha sfogato la sua furia sui disertori nordcoreani che vivono nel Sud e che hanno fatto volare volantini antigovernativi oltre il confine. È stato istituito solo nel 2018, appena a nord del confine pesantemente militarizzato nella città di Kaesong.

Martedì, la Corea del Nord lo ha spianato, e i media statali hanno mostrato il video della demolizione.

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La gente guarda lo schermo di un notiziario televisivo che mostra l’esplosione di un ufficio di collegamento intercoreano nel complesso industriale nordcoreano di Kaesong, in una stazione ferroviaria di Seul il 16 giugno 2020. JUNG YEON-JE/AFP/Getty

Ma mentre è stata una mossa altamente provocatoria e profondamente simbolica, non è stata la fine. Pyongyang ha minacciato di andare oltre, ridispiegando le forze militari in aree di confine che sono state smilitarizzate per anni.

Le mosse potrebbero includere la ricostruzione di posti di guardia e la ripresa delle esercitazioni militari vicino al confine. Tali azioni invertirebbero effettivamente gli accordi raggiunti tra le due parti nel 2018, volti ad abbassare le tensioni.

C’erano rapporti non confermati nei media sudcoreani che le forze nordcoreane si erano già spostate mercoledì nell’area dove si trovava l’ufficio di collegamento di Kaesong. Quel sito è appena a nord della DMZ, ma data la natura congiunta Nord-Sud del lavoro lì, spostare le truppe nella zona è stato un altro chiaro segnale della rabbia di Pyongyang.

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Soldati sudcoreani pattugliano lungo una recinzione di filo spinato della Zona Demilitarizzata (DMZ) che separa la Corea del Nord e del Sud, sull’isola sudcoreana di Ganghwa il 23 aprile 2020. ED JONES/AFP/Getty

È importante notare che Kim Yo Jong, sorella minore del leader Kim Jong Un, ha preso l’iniziativa di annunciare pubblicamente tutte le ultime azioni della Corea del Nord. È stata lei ad avvertire che l’ufficio di collegamento sarebbe stato distrutto se il volantinaggio non fosse cessato.

E’ emersa come una figura chiave all’inizio di quest’anno, quando suo fratello è scomparso per tre settimane e si vociferava che potesse essere in linea per assumere il ruolo al vertice della dinastia Kim al potere.

Ma suo fratello è riemerso, e le motivazioni interne per mettere Kim Yo Jong così in primo piano sotto i riflettori ora continuano a sfuggire agli analisti della Corea del Nord.

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Foto del marzo 2019 mostra Kim Yo Jong, sorella del leader nordcoreano Kim Jong Un. Jorge Silva/AP

L’economia del Nord è stata sbattuta dalle sanzioni – probabilmente peggiorate dalla pandemia di coronavirus – e in definitiva, gli esperti vedono tutti i recenti gesti come il modo di Pyongyang di cercare di estrarre concessioni da Seul, e da Washington.

Nel frattempo, con i negoziati nucleari che sembravano così promettenti solo un paio di anni fa completamente bloccati e le relazioni con il Sud in uno stato terribile, la Corea del Nord è lasciata libera di portare avanti il suo lavoro nucleare.

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