Gesù disse: “Beati i miti, perché erediteranno la terra”. Matteo 5:5.
La parola mite può spesso avere connotazioni negative. Può darsi che le persone vedano l’essere miti come uno zerbino, che la gente calpesta. Infatti, un dizionario definisce la mitezza come “eccessivamente sottomesso o accondiscendente; senza spirito; mansueto.”
Tuttavia Gesù descrisse se stesso come mite e umile di cuore (Matteo 11:29), e noi sappiamo che l’Uomo che sfidò i farisei, rovesciò i tavoli dei cambiavalute nel tempio, e non si tirò mai indietro dal brandire la verità come una spada a doppio taglio non potrebbe mai essere descritto come senza spirito o mansueto. Quindi, se vogliamo ereditare la terra, dobbiamo imparare a capire cosa significa veramente essere miti.
Nel seguente articolo, Elias Aslaksen sottolinea la grande differenza tra essere miti ed essere timidi, e perché uno è una virtù e l’altro è un vizio:
Mitezza e timidezza sono opposti
Essere miti non deve mai essere confuso con essere timidi. Uno spirito timido è l’esatto contrario di uno spirito mite! La tranquillità che accompagna la mitezza è il risultato della fiducia nel Signore, mentre la tranquillità della timidezza è il risultato della mancanza di fiducia.
Né dobbiamo essere portati a pensare che una persona mite sia sempre tranquilla. Egli è tranquillo quando dovrebbe essere tranquillo: quando viene insultato o trattato ingiustamente; quando gli altri perdono la calma; quando chiacchierano di questo e di quello; quando combattono per il proprio guadagno e vantaggio, ecc. Ma non quando deve premere verso Dio con veementi grida di aiuto; non quando deve gridare a Dio giorno e notte, o quando deve alzare la voce come una tromba per dichiarare al popolo di Dio le loro trasgressioni (Isaia 58:1); o quando deve difendere apertamente le verità del vangelo; o strappare l’agnello dalla bocca del leone.
La natura divina è a due facce. È tranquilla quando è opportuno essere tranquilla, e può esplodere come il suono del tuono e del fulmine quando è opportuno farlo. Anche la natura peccaminosa ha due lati. È chiassosa quando dovrebbe essere tranquilla, ed è tranquilla e timida quando dovrebbe gridare con tutte le sue forze.
Essere miti porta alla salvezza
“Mosè era molto umile, più di tutti gli uomini che erano sulla faccia della terra”. Numeri 12:3. Eppure, quando vide il vitello d’oro e la danza, gettò le tavole della legge dalle sue mani e le ruppe. (Esodo 32:19)
Gesù, che ci pregava di imparare la mitezza da Lui, ardeva di un tale zelo che rovesciò i tavoli dei cambiavalute e li scacciò dal tempio con un flagello. (Giovanni 2:13-17) Non andate a cercare la mitezza in queste situazioni. Possiamo essere sicuri che è presente nella vita delle persone spirituali; ma in occasioni come quella, altri attributi divini sono più prominenti per la semplice ragione che sono più adatti.
Dobbiamo ricevere con mitezza le parole impiantate in noi. (Giacomo 1:21) Quando la Parola ci giudica e ci castiga; quando divide l’anima e lo spirito, le giunture e le midolla; quando ci schiaccia e ci umilia; quando toglie; quando ci mette a nudo – allora è vitale essere tranquilli e miti e ammettere che la Parola ha ragione. Allora dobbiamo tenere la bocca chiusa invece di rispondere, difenderci e scusarci! Allora saremo condotti ulteriormente sulla via della vita; saremo sempre più abbelliti con la salvezza – passo dopo passo.
Questo articolo è tradotto dal norvegese, ed è stato pubblicato per la prima volta come parte del libro “La via della vita” nel gennaio 1935. È stato adattato a questo formato.