Mathew 5:3-10
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati coloro che piangono, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché sarà loro mostrata misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
L’uomo delle otto beatitudini, il beato Pier Giorgio Frassati ha vissuto questo titolo durante la sua breve vita dedicata ai poveri e ai malati. Il beato Pier Giorgio Frassati è nato nel 1901 a Torino in una famiglia benestante. Suo padre era il direttore e fondatore del giornale locale La Stampa, che era una nuova fonte molto anticattolica. Nonostante l’obbedienza della sua famiglia verso la Chiesa Cattolica, Pier Giorgio Frassati visse una vita molto santa fino alla sua morte all’età di 24 anni, curando i malati e attivando i poveri e i dimenticati.
Frassati è attualmente a metà del processo di canonizzazione e come tale ha il titolo di Beato invece di Santo. Il processo per diventare un santo può avvenire solo cinque anni dopo la morte dell’individuo. Questo per assicurare che essi abbiano una reputazione duratura di santità e santità tra i fedeli. In seguito, se viene presentata una petizione dal vescovo della diocesi, può iniziare l’indagine sulla vita della persona. Questa è suddivisa in tre fasi diverse: venerazione, beatificazione e santità. La venerazione richiede un’indagine sulla vita del soggetto per trovare come ha vissuto la sua vita e ha praticato le virtù in modo esemplare con eroismo. Una volta venerato, la beatificazione richiede le opere di un miracolo da parte di questa persona. Poi per diventare un santo nominato richiede un ulteriore miracolo e ulteriori indagini sulla vita dell’uomo o della donna.
La ragione di un processo così lungo è quella di prevenire il semplice folklore e le leggende o anche altre pratiche religiose. Quando la notizia di Buddha arrivò in Europa fu convertito in un santo cattolico. Nel 1969 la Chiesa ha esaminato tutti i santi nominati per correggere questo tipo di dichiarazioni, poiché non riflettono gli insegnamenti di Gesù.
Il beato Pier Giorgio Frassati non era un uomo di folklore e leggenda, ma uno che amava Gesù e agiva con questo intento in tutto ciò che faceva. Poiché la sua famiglia disapprovava le sue idee religiose, Frassati si faceva svegliare dal giardiniere alle 5 del mattino per poter uscire di nascosto di casa per recitare il rosario e curare i malati e i poveri. Quando studiava ingegneria al Regio Politecnico di Torino. Il loro Frassati diffondeva il Vangelo ai suoi compagni di classe e conduceva l’attivismo per i problemi sociali e politici.
Frequentemente il Beato Pier Giorgio Frassati tornava a casa senza scarpe perché le donava ai poveri e ai senza tetto che incontrava. Alla fine Frassati contrasse la poliomielite proprio prima di ricevere la laurea. Si sospettava che l’avesse contratta dai malati che curava. Sul suo letto di morte, con una mano paralizzata, scribacchiò un messaggio ad un amico per dare una medicina ad un uomo che Frassati aveva visitato. Anche sul letto di morte il Beato Pier Giorgio Frassati si dedicò ai poveri in spirito seguendo Gesù fino alla fine.