Sign In

Il Discobolo di Mirone (“lanciatore di disco”, greco: Δισκοβόλος, Diskobólos) è una scultura greca completata all’inizio del periodo classico, raffigurante un giovane atleta greco antico che lancia il disco, circa 460-450 a.C. L’originale greco in bronzo è andato perduto, ma l’opera è conosciuta attraverso numerose copie romane, sia quelle in scala reale in marmo, che era più economico del bronzo, come la prima ad essere recuperata, il Discobolo di Palombara, sia versioni più piccole in scala in bronzo.
Il discus thrower raffigurato sta per rilasciare il suo lancio: “per pura intelligenza”, osserva Kenneth Clark in The Nude, “Myron ha creato il modello duraturo dell’energia atletica. Ha preso un momento di azione così transitorio che gli studenti di atletica discutono ancora se sia fattibile, e gli ha dato la completezza di un cameo”. Il momento così catturato nella statua è un esempio di rhythmos, armonia ed equilibrio. Myron è spesso accreditato come il primo scultore a padroneggiare questo stile. Naturalmente, come sempre nell’atletica greca, il Discobolo è completamente nudo. Si dice che la sua posa sia innaturale per un umano, e oggi considerata un modo piuttosto inefficiente di lanciare il disco. Inoltre c’è pochissima emozione mostrata nel volto del lanciatore di disco, e “ad un occhio moderno, può sembrare che il desiderio di perfezione di Mirone abbia fatto sopprimere troppo rigorosamente il senso di sforzo nei singoli muscoli”, osserva Clark. L’altro marchio di fabbrica di Myron incarnato in questa scultura è come il corpo è ben proporzionato, la simmetria.
L’energia potenziale espressa nella posa stretta di questa scultura, che esprime il momento di stasi appena prima del rilascio, è un esempio dell’avanzamento della scultura classica dall’arcaica. Il torso non mostra alcuno sforzo muscolare, tuttavia, anche se gli arti sono estesi.
Il Discobolo di Mirone era noto da tempo da descrizioni, come il dialogo nell’opera Philopseudes di Luciano di Samosata:
Prima della scoperta di questa statua, il termine Discobolo era stato applicato nei secoli XVII e XVIII a una figura in piedi che reggeva un disco, un Discophoros, che Ennio Quirino Visconti identificò come il Discobolo di Naukydes di Argo, menzionato da Plinio (Haskell e Penny 1981:200).
Il Discobolo Palombara, la prima copia di questa famosa scultura ad essere stata scoperta, fu trovata nel 1781. È una copia del I secolo d.C. del bronzo originale di Mirone. Dopo la sua scoperta in una proprietà romana della famiglia Massimo, la Villa Palombara sul colle Esquilino, fu inizialmente restaurata da Giuseppe Angelini; i Massimi la installarono inizialmente nel loro Palazzo Massimo alle Colonne e poi a Palazzo Lancellotti. L’archeologo italiano Giovanni Battista Visconti identificò la scultura come una copia dell’originale di Mirone. Fu immediatamente famosa, anche se il Massimo ne custodì gelosamente l’accesso (Haskell e Penny 1981:200).
Nel 1937, Adolf Hitler negoziò per acquistarla, e alla fine ci riuscì nel 1938, quando Galeazzo Ciano, Ministro degli Affari Esteri, gliela vendette per cinque milioni di lire, nonostante le proteste di Giuseppe Bottai, Ministro dell’Educazione, e della comunità degli studiosi. Fu spedito per ferrovia a Monaco ed esposto nella Glyptothek; fu restituito nel 1948. Ora si trova al Museo Nazionale di Roma, esposto a Palazzo Massimo.

Questa è una parte dell’articolo di Wikipedia utilizzata sotto la Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Unported License (CC-BY-SA). Il testo completo dell’articolo è qui →

Più …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *