Il libro è narrato in prima persona dalla figlia (senza nome) del direttore del concorso.
I sei bambini Herdman – Imogene, Ralph, Claude, Leroy, Ollie e Gladys – sono delinquenti giovanili noti per il loro comportamento disadattato e chiassoso, tra cui il fumo di sigari, le parolacce, il bere vino in brocca e il taccheggio. Nonostante il loro scarso rendimento, gli Herdman passano costantemente la scuola elementare (poiché trattenere uno qualsiasi di loro significherebbe averne due o più nella stessa classe).
Andano alla scuola domenicale per la prima volta dopo che gli è stato detto che la chiesa offre merende. La madre del narratore è sbalordita quando tutti si offrono volontari per i ruoli principali nella recita di Natale: Maria (Imogene), Giuseppe (Ralph), i Re Magi (Claude, Ollie e Leroy), e l’Angelo del Signore (Gladys), l’ultima delle quali paragona il suo ruolo ad un personaggio dei fumetti Amazing Comics. Non avendo mai sentito prima la storia di Natale, gli Herdman provano un interesse insolito, attraverso il quale la narratrice si sorprende a trovare se stessa, e i suoi genitori, a riflettere più seriamente sugli aspetti più duri della storia: ad es, che il locandiere ha costretto una donna incinta e il suo bambino a dormire in un fienile, e che la Sacra Famiglia era in fuga dal re Erode, che voleva uccidere il bambino Gesù.
Tutti in città si aspettano che la recita di Natale sia un disastro, ma le performance non convenzionali degli Herdman rendono l’intero spettacolo molto più realistico e commovente: invece di salire e scendere dal palco come attori, gli Herdman sono un po’ incerti su dove andare e cosa fare, come dovevano essere la vera Sacra Famiglia e i Re Magi; invece di posare la bambola che rappresenta Gesù nella mangiatoia, Imogene insiste nel tenerla, come se fosse davvero suo figlio; i Re Magi scelgono di portare al bambino Gesù un prosciutto dal cesto dei regali degli Herdman invece dello “scadente” incenso e mirra della storia; i pastori sono sufficientemente terrorizzati da Gladys per sembrare autenticamente stupiti dal suo annuncio della nascita di Gesù; e durante la scena finale, il narratore guarda dal coro e rimane colpito nel vedere Imogene piangere dolcemente abbracciando il “bambino”. Di comune accordo, è la migliore recita di Natale che la città abbia mai avuto.