Si dice che i vestiti delle donne Herero hanno sette sottovesti. Questo popolo del nord della Namibia parla la stessa lingua degli Himba, che sono stati anche oggetto di una serie di Charles Fréger. Gli Herero sono stati particolarmente colpiti dalla colonizzazione del loro paese. Nel 1904, si rivoltarono contro i colonizzatori tedeschi. Il movimento fu represso in quello che fu il primo genocidio del XX secolo. Più dell’ottanta per cento della popolazione Herero fu massacrata. Le prime fotografie che Fréger scattò furono di donne Herero. Il loro abbigliamento è derivato dalle mode tedesche di fine Ottocento e inizio Novecento portate dai colonizzatori e imposte agli Herero, che fino ad allora, come gli Himbas, portavano il perizoma. Oggi, la figura massiccia di una donna Herero è vestita con un abito cremisi a figura intera con un caraco nero, e indossa un “cappello a corna” rosso, un copricapo a forma di stampo di giornale piegato. I ritratti degli uomini sono stati scattati durante il raduno del Red Flag Heroes’ Day tenutosi a Okahandja per commemorare il primo attacco contro le guarnigioni tedesche, guidato dal capo Herero Samuel Maharero. Gli uomini della serie sono vestiti con uniformi da guardie di fantasia, assemblaggi eterogenei con riferimenti diversi come l’esercito britannico, l’esercito tedesco, le Pantere Nere e Amin Dada. Le uniformi sono fatte in casa e di stili molto diversi. Ma riunite come sono qui, non c’è dubbio che formino un esercito; le differenze lasciano il posto all’orgoglio condiviso di chi le indossa. Un esercito di fantasia ha preso forma ed è pronto all’azione. I vestiti sono diventati il luogo della commemorazione della storia e dell’appropriazione di questo popolo. Nel realizzarli, gli Herero hanno creato un manifesto dignitoso. Hereros è la prima serie del corpus di Charles Fréger in cui dimostra come l’abito di una comunità sia il riflesso di un fenomeno sincretico. Le serie successive, come Short School Aka, Sikh Regiment of India e Mardi Gras Indians, proseguono questa esplorazione dell’uniforme come prova di culture ibridate.