OURANOS

Mitologia greca >> Dei greci >> Dei primordiali >> Dei del cielo >> Urano (Ouranos)

Greco Nome

Ουρανος

Traslitterazione

Ouranos

Scrittura latina

Urano, Caelum

Traduzione

Cielo, Cielo

Eone-Urano e la ruota dello Zodiaco, mosaico greco-romano C3rd A.D., Glyptothek Munich

OURANOS (Urano) era il dio primordiale (protogenos) del cielo. I greci immaginavano il cielo come una solida cupola di ottone, decorata di stelle, i cui bordi scendevano per posarsi sui limiti più esterni della terra piatta. Ouranos era letteralmente il cielo, così come la sua consorte Gaia (Gaea) era la terra.

Ouranos e Gaia ebbero dodici figli e sei figlie. Egli rinchiuse i più grandi di questi – i giganti Kyklopes (Ciclopi) e Hekatonkheires (Ecatoncheires) – nel ventre della Terra. Gaia soffrì un dolore immenso e convinse i suoi figli Titani a ribellarsi. Quattro di questi si posizionarono agli angoli del mondo, pronti ad afferrare il loro padre mentre scendeva per giacere con la Terra, mentre il quinto, Kronos (Crono), prese posto al centro e lì castrò Ouranos con una falce di adamantio. Il sangue del dio del cielo cadde sulla terra, producendo le Erinni vendicatrici e i Giganti.

Ouranos profetizzò la caduta dei Titani e le punizioni che avrebbero subito per i loro crimini – una profezia portata a compimento da Zeus che depose i cinque fratelli e li gettò nella fossa di Tartaros.

Ouranos non appare nella prima arte greca, ma le rappresentazioni egiziane della loro dea del cielo Nut dimostrano come veniva immaginato – come un gigantesco uomo stellato con lunghe braccia e gambe, appoggiato a quattro zampe, con la punta delle dita all’estremo est, le dita dei piedi all’estremo ovest, e il suo corpo arcuato sollevato a formare la cupola del cielo. In epoca romana fu spesso raffigurato come Aion, dio del tempo eterno, sotto forma di un uomo che regge la ruota zodiacale, in piedi sopra Gaia reclinata (Terra).

FAMIGLIA DI URANO

PARENTI

OFFSPRING

ENCYCLOPEDIA

Fonte: Dizionario di biografia e mitologia greca e romana.

NOMI ALTERNATI

Nome greco

Ακμων

Ακμονιδες

Traslitterazione

Akmôn

Akmonides

Scrittura latina

Acmonides

Acmonide

Traduzione

Sforzarsi (akamatos), Incudine (akmôn)

Citazioni di letteratura classica

URANO & LA NASCITA DEL COSMO

Eone-Urano, Gea e i Carpi, mosaico greco-romano C3rd A.D., Glyptothek Munich

I. LA COSMOGONIA DELL’ESIODO

II. LA COSMOGONIA DI EUMELUS

L’epopea perduta di Titanomachia, attribuita a Eumelus di Corinto, includeva una cosmogonia. Era probabilmente simile nella maggior parte degli aspetti a quella di Esiodo, ma con alcuni punti significativi di divergenza–Ouranos (Urano), Gaia (Gea) e Pontos, per esempio, erano apparentemente rappresentati come figli di Aither (etere, aria superiore) e Hemera (giorno).

III. IL COSMOGONIO DI ALCMAN

IV. LA COSMOGONIA ORFICA

Orphica, Teogonie Frammento 54 (da Damascio) :
“Khronos (Chronos, Tempo), il serpente ha prole, tre in numero: Aither umido (Aether, Luce) cito, Khaos illimitato (Chaos, Aria), e come terzo, nebbioso Erebos (Erebus, Tenebre) . . . Tra questi, dice, Khronos (Chronos, Tempo) generò un uovo – anche questa tradizione lo fa generare da Khronos, e nasce ‘tra’ questi perché è da questi che si produce la terza triade Intelligibile. Cos’è dunque questa triade? L’uovo; la diade delle due nature al suo interno (maschile e femminile), e la pluralità dei vari semi tra loro; e in terzo luogo un dio incorporeo con ali d’oro sulle spalle… E il terzo dio della terza triade anche questa teologia lo celebra come Protogonos (Primogenito), e lo chiama Zeus l’ordine di tutti e di tutto il mondo.”

Orphica, Frammento Epicuras (da Epifanio) :
“E dice che il mondo iniziò a somiglianza di un uovo, e il Vento che circondava l’uovo come una corona o una cintura, iniziò a comprimere la natura. Cercando di spremere tutta la materia con maggiore forza, divise il mondo nei due emisferi.”

Ovidio, Metamorfosi 1. 1 ss (trad. Melville) (epica romana dal C1 a.C. al C1 d.C.) :
“Prima che la terra e il mare e il cielo che tutto copre fossero fatti, in tutto il mondo il volto della natura era lo stesso, tutto uno, ben chiamato Caos, una massa grezza e indivisa, nient’altro che una massa senza vita, con semi bellicosi di elementi mal uniti compressi insieme. Nessun Titano versava ancora la luce sul mondo, nessuna Febe crescente riempiva di nuovo la sua mezzaluna, né nell’aria ambiente pendeva ancora la terra, autobilanciata, equipoised, né le braccia di Anfitrite abbracciavano il lungo margine lontano della terra. Sebbene ci fosse terra e mare e aria, la terra non poteva essere calpestata da nessun piede, nessuna creatura nuotava nel mare, l’aria era priva di luce; niente conservava la sua forma, tutti gli oggetti erano in conflitto, poiché in una sola massa l’essenza fredda combatteva con quella calda, l’umido con il secco, il duro con il morbido e il leggero con le cose pesanti. Questa lotta fu risolta da un Dio (Deus), con la benedizione della natura, che separò la terra dal cielo e il mare dalla terra, e dai vapori più densi separò il cielo etereo; e, ciascuno dall’ammasso cieco risolto e liberato, fissò al suo posto appropriato in pace e armonia. L’ardente forza senza peso della volta celeste balenò in alto e reclamò la cittadella più alta; poi venne l’aria in leggerezza e al suo posto; la terra più spessa con gli elementi più grossolani affondò appesantita dal suo peso; più in basso e per ultimo le acque che avvolgevano il globo solido. Così in forma, qualunque fosse il dio, riduceva la materia primordiale e prescriveva le sue diverse parti. Poi, per rendere la terra uniforme da ogni lato, la arrotondò in un disco possente, poi fece che il mare si estendesse e si sollevasse sotto i venti impetuosi, e cingesse le coste della terra circondata…Non aveva ancora diviso tutte le cose in confini finiti, quando i Sidera (Stelle), nelle tenebre a lungo sepolte, su tutto il cielo scintillante cominciarono a brillare; e, affinché in nessuna parte o luogo mancassero forme di vita adeguate, fece del firmamento la casa degli dei e delle dee e delle costellazioni luminose; nel mare fece nuotare i pesci splendenti; la terra ricevette le bestie, l’aria rabbiosa gli uccelli.”

LA CASTRATA DI URANO DA PARTE DI CRONUS

Esiodo, Teogonia 126 e segg. (trad. Evelyn-White) (epica greca C8 o C7 a.C.) :
“Poi giacque con Ouranos (Urano, il cielo) e mise al mondo Okeanos (Oceanus), Koios (Coeus) e Krios (Crius) e Hyperion e Iapetos (Iapetus), Theia e Rheia, Themis e Mnemosyne e Phoibe (Phoebe) dalla corona dorata e la bella Tethys. Dopo di loro nacque Crono, l’astuto, il più giovane e il più terribile dei suoi figli, ed egli odiava il suo lussurioso padre.
E ancora, partorì i Ciclopi, prepotenti nello spirito, Brontes, e Steropes e il testardo Arges.
E ancora, altri tre figli nacquero da Gaia e Ouranos, grandi e coraggiosi oltre ogni dire, Kottos (Cottus) e Briareos (Briareus) e Gyes. Dalle loro spalle spuntavano cento braccia, che non potevano essere avvicinate, e ognuno aveva cinquanta teste sulle spalle sulle loro forti membra, e irresistibile era la forza ostinata che era nelle loro grandi forme. Perché di tutti i figli nati da Gaia e Ouranos, questi erano i più terribili, ed erano odiati dal loro stesso padre fin dal primo momento. Ed egli li nascondeva tutti in un luogo segreto di Gaia (Terra) non appena nascevano, e non permetteva loro di venire alla luce; e Ouranos si rallegrava della sua cattiva azione.
Ma la grande Gaia gemeva dentro, essendo angustiata, e fece l’elemento di selce grigia e modellò una grande falce, e raccontò il suo piano ai suoi cari figli. E parlò, rallegrandoli, mentre era irritata nel suo caro cuore: “Figli miei, figli di un padre peccatore, se mi obbedirete, dovremmo punire il vile oltraggio di vostro padre; poiché egli per primo ha pensato di fare cose vergognose”, così disse; ma la paura li colse tutti, e nessuno di loro disse una parola. Ma il grande Crono, l’astuto, si fece coraggio e rispose alla sua cara madre: “Madre, mi impegnerò a compiere quest’azione, perché non riverisco il nostro padre dal nome malvagio, perché per primo ha pensato di fare cose vergognose”. Così disse; e la grande Gaia si rallegrò grandemente nello spirito, e lo mise in un’imboscata, e gli mise in mano una falce seghettata, e gli rivelò tutta la trama. E Ouranos venne, portando la notte e il desiderio d’amore, e si stese su Gaia stendendosi completamente su di lei. Allora il figlio dalla sua imboscata stese la mano sinistra e nella sua destra prese la grande e lunga falce dai denti seghettati, e rapidamente tagliò le membra di suo padre e le gettò via per cadere dietro di lui.
E non invano caddero dalla sua mano, perché tutte le gocce di sangue che sgorgarono, Gaia le ricevette, e mentre le stagioni si muovevano, lei mise a nudo le forti Erinni (Furie) e i grandi Giganti (Giganti) con armature scintillanti, tenendo lunghe lance nelle loro mani e i Nymphai (Ninfe) che chiamano Meliai (Meliae) su tutta la terra senza confini.E non appena ebbe tagliato i membri con la pietra focaia e li gettò dalla terra nel mare impetuoso, essi furono trascinati a lungo sulla terra; e una schiuma bianca si sparse intorno a loro dalla carne immortale, e in essa crebbe una fanciulla . . .
Ma questi figli che si generarono il grande Ouranos chiamava Titanes (Titani, Strainers) per rimproverarli, perché diceva che si sforzavano e facevano presuntuosamente un’azione terribile, e che la vendetta per questo sarebbe venuta dopo.”

Esiodo, Teogonia 617 e seguenti:
“Ma quando prima il loro padre fu irritato nel suo cuore con Obriareus e Kottos (Cottus) e Gyes, li legò in vincoli crudeli . . . e li fece vivere sotto la terra spalancata, dove erano afflitti, essendo messi a dimorare sotto terra, all’estremità della terra, ai suoi grandi confini, in un’amara angoscia per lungo tempo e con grande dolore nel cuore.”

Esiodo, Teogonia 459 e seguenti:
“Perché apprese da Gaia (Gea, Terra) e dallo stellato Ouranos (Urano, Cielo) che era destinato ad essere vinto dal suo stesso figlio, per quanto forte fosse, per opera del grande Zeus. Perciò egli non guardò alla cieca, ma guardò e inghiottì i suoi figli; e un dolore incessante si impadronì di Rea. Ma quando stava per partorire Zeus, il padre degli dei e degli uomini, allora pregò i suoi cari genitori, Gaia e l’astro Ouranos, di escogitare con lei un piano per nascondere la nascita del suo caro bambino e per far sì che il grande e astuto Crono fosse punito per il suo stesso padre e anche per i figli che aveva inghiottito. Essi ascoltarono e obbedirono prontamente alla loro cara figlia e le dissero tutto ciò che era destinato ad accadere, toccando il re Crono e il suo figlio dal cuore tenero. Così la mandarono a Lyetos (Lyettus), nella ricca terra di Krete (Creta), quando fu pronta a partorire il grande Zeus, il più giovane dei suoi figli.”

Esiodo, Teogonia 44 e seguenti:
“Ed essi, esprimendo la loro voce immortale, celebrano nel canto prima di tutto la venerabile razza degli dei dal principio, quelli che Gaia (Gea) e l’ampio Ouranos (Urano) generarono, e gli dei scaturiti da questi, donatori di cose buone.”

Eumelus di Corinto o Arctinus di Mileto, Titanomachia Frag 1 (da Photius) (trans. Evelyn-White) (epica greca C8 o VII a.C.) :
“Il ciclo epico inizia con la favolosa unione di Ouranos (Urano) e Ge (Gea), con la quale essi fanno nascere da lui tre figli Hekatontacheiroi (Ecatonchei, Centimani) e tre Kyklopes (Ciclopi).”

Eone-Urano, Gea, Carpi, Horae e Prometeo, Mosaico greco-romano, Museo di Damasco

Eschilo, Prometeo Libano 165 ss:
” La razza scaturita da Ouranos (Urano) (genna ouranios).”

Eschilo, Prometeo legato 207 ff :
“I Titani, figli di Ouranos (Urano, il cielo) e di Khthon (Chthon, la terra).”

Pseudo-Apollodoro, Bibliotheca 1. 1 – 3 (trans. Aldrich) (mitografo greco del II secolo d.C.) :
“Ouranos (Urano, Cielo) fu il primo a regnare sul mondo intero. Sposò Ge (Gea, Terra) e generò prima gli Ekatonkheires (Ecatoncheires), che si chiamavano Briareos (Briareus), Gyes e Kottos (Cottus). Erano insuperabili sia in grandezza che in potenza, e ciascuno aveva cento mani e cinquanta teste. Dopo questi generò i Kyklopes (Ciclopi), di nome Arges, Steropes e Brontes, ognuno dei quali aveva un occhio in fronte. Ma Ouranos (Cielo) li legò e li gettò nel Tartaro, un luogo del regno di Ade oscuro come Erebos, e lontano dalla terra come la terra è lontana dal cielo, e generò altri figli su Ge (Terra), cioè i Titani (Titani): Okeanos (Oceanus), Koios (Coeus), Hyperion, Kreios (Crius), Iapetos (Iapetus), e Kronos (Cronus) il più giovane; anche le figlie chiamate Titanides (Titanesses): Tethys, Rhea, Themis, Mnemosyne, Phoibe (Phoebe), Dione, Theia.
Ora Ge (Terra), angosciata dalla perdita dei suoi figli nel Tartaro, convinse i Titani ad attaccare il loro padre, e diede a Crono una falce di adamantio. Così tutti tranne Okeanos (Oceanus) si avventarono su Ouranos (Cielo), e Crono gli tagliò i genitali, gettandoli in mare. Dalle gocce del sangue che scorreva nacquero le Erinni, chiamate Alekto (Alecto), Tisiphone, Megaira (Megaera). Così, avendo rovesciato il dominio di Ouranos (Cielo), i Titani recuperarono i loro fratelli da Tartaro e diedero il potere a Crono.”

Apollonio Rodio, Argonautica 4. 982 ss (trad. Rieu) (epica greca C3rd a.C.) :
“Nel mare di Keraunia (Ceraunia), di fronte allo stretto di Ionio, c’è un’isola ricca e spaziosa, sotto il cui suolo si dice che giaccia – – porta pazienza, Mousai (Muse); mi fa poco piacere ricordare il vecchio racconto – la falce usata da Kronos (Crono) per castrare suo padre Ouranos (Urano) . . . Da questo falcetto l’isola prende il nome di Drepane, l’infermiera sacra dei Feaci, che per lo stesso motivo fanno risalire la loro discendenza a Ouranos (Cielo).”

Filostrato il Vecchio, Immagina 2. 1 (trans. Fairbanks) (retore greco del III secolo d.C.) :
“Afrodite è nata dal mare (thalattê) attraverso un’emanazione di Ouranos (Urano) . . . stanno cantando abbastanza chiaramente della sua nascita, perché guardando verso l’alto indicano che è dal cielo (ouranos), e muovendo leggermente le mani rovesciate mostrano che è venuta dal mare.”

Cicerone, De Natura Deorum 2. 24 (trans. Rackham). 24 (trans. Rackham) (retore romano C1 a.C.) :
“Un’altra teoria, anche questa scientifica, è stata la fonte di un certo numero di divinità, che rivestite di forma umana hanno fornito ai poeti leggende e hanno riempito la vita dell’uomo con superstizioni di ogni tipo. Questo argomento è stato trattato da Zenone ed è stato poi spiegato in modo più completo da Cleante e Crisippo. Per esempio, un’antica credenza prevaleva in tutta la Grecia secondo la quale Caelus (Cielo) era stato mutilato da suo figlio Saturnus, e Saturnus stesso gettato in schiavitù da suo figlio Jove: ora queste favole immorali racchiudevano una teoria scientifica decisamente intelligente. Il loro significato era che l’elemento più alto dell’etere celeste o fuoco, che da solo genera tutte le cose, è privo di quella parte corporea che richiedeva l’unione con un altro per l’opera di procreazione.”

Nonnus, Dionysiaca 7. 222 ff :
” “Può essere che Crono (Cronus), dopo la prima Kypris (Cypris), abbia di nuovo tagliato i lombi di suo padre con un falcetto che non si tagliava, finché la schiuma ha avuto una mente e ha fatto sì che l’acqua si modellasse in una nascita autoperfetta, consegnando dal mare un’Afrodite più giovane?””

Nonnus, Dionysiaca 12. 43 ff :
“La prima tavoletta, vecchia come l’infinito passato, che contiene tutte le cose in una: su di essa c’era tutto quello che Ophion, signore supremo, aveva fatto, tutto quello che l’antico Kronos (Crono) aveva compiuto: quando tagliò il vomere maschile di suo padre, e seminò l’abisso brulicante di semi sul dorso non seminato del mare che nasce la figlia (Thalassa).”

Nonnus, Dionysiaca 13. 435 ff :
“Quando le gocce fertili di Ouranos (Urano), versate con un pasticcio di sangue maschile, diedero forma infantile alla schiuma fertile e fecero nascere il Paphian.”

Nonnus, Dionysiaca 21. 252 ff :
” ‘Non so nulla di Crono, né di Crono che distrusse suo padre, né di Crono il maestro ingannatore, che inghiottì i suoi stessi figli, e portò via da Aither l’alveare dell’amore generatore.'”

Nonnus, Dionysiaca 41. 98 ff :
” appena nato dalla salamoia; quando l’acqua impregnata dal solco di Ouranos (Urano) fu partorito di Afrodite di mare profondo; quando senza matrimonio, il seme arò il diluvio con la fertilità maschile, e di se stesso plasmò la schiuma in una figlia, e Physis (Natura) fu la levatrice.”

URANO & LE PIOGGIE FERTILIZZANTI DEL CIELO

Eschilo, Frammento 25 Danaide (da Ateneo, Deipnosofisti xiii. 73. 600B) (trans. Weir Smyth) (tragedia greca del V secolo a.C.) :
“Il cielo santo (ouranos) brama di ferire la terra (khthon), e la brama si aggrappa alla terra per unirsi in matrimonio; la pioggia, caduta dal cielo amoroso, impregna la terra, e produce per gli uomini il cibo di greggi e mandrie e i doni di Demetra; e da quell’umido matrimonio-rito i boschi mettono il loro fiore. Di tutte queste cose io sono la causa.”

URANO LA VOCE ORACULARE DEL CIELO

Esiodo, Teogonia 886 e seguenti:
“Ora Zeus, re degli dei, fece prima sua moglie Meti (consigliera). . . Ma quando ella stava per partorire la dea Atena dagli occhi brillanti, Zeus la ingannò con parole astute e la mise nel proprio ventre, come gli consigliarono Gaia (Gea, Terra) e Ouranos (Urano, Cielo). Infatti lo consigliarono così, al fine che nessun altro dovesse tenere il dominio reale sugli dei eterni al posto di Zeus.”

Inno omerico 2 a Demetra 5 e seguenti (trans. Evelyn-White) (epica greca del VII o VI secolo a.C.) :
“Il narciso, che Gaia (Gea) fece crescere per volontà di Zeus . . . per essere una trappola per la ragazza simile al fiore – un meraviglioso, radioso fiore. Era una cosa di soggezione sia per gli dei senza morte che per gli uomini mortali: dalla sua radice crescevano cento fiori e aveva un profumo dolcissimo, così che Ouranos (Urano, Cielo) in alto e Gaia (Terra) e il sale di Thalassa (Mare) ridevano di gioia.”

Inno omerico 3 ad Apollo Pitico 334 e seguenti (epica greca del VII – IV secolo a.C.) :
“Era pregava, colpendo la terra con la mano, e parlando così: Ascoltate ora, vi prego, Gaia (Gea, Terra) e Ouranos (Urano, Cielo) in alto, e voi Titani (Titani) divinità che abitate sotto la terra intorno al grande Tartaro, e da cui sono nati sia gli dei che gli uomini! Ascoltatemi ora, tutti quanti, e concedetemi di partorire un figlio oltre a Zeus.”

Anacreonte, frammento 505d (da Fulgenzio, Mitologie) (trans. Campbell, Vol. Lirico Greco II) (lirica greca del VI secolo a.C.) :
“Secondo Anacreonte (Anacreonte) . . quando Zeus stava iniziando la guerra contro i Titani, cioè i figli di Titano (Titanas), fratello di Kronos (Crono, Saturno), e aveva sacrificato a Ouranos (Urano), vide un’aquila volare nelle vicinanze come buon auspicio di vittoria. In cambio di questo felice presagio, e soprattutto perché fu effettivamente seguito dalla vittoria, mise un’aquila d’oro sui suoi stendardi di guerra e la dedicò come protezione del suo valore.”

Diodoro Siculo, Biblioteca di Storia 5. 71. 2 (trans. Oldfather) (storico greco C1 a.C.) :
“Prima della battaglia contro i Giganti a Krete (Creta), ci viene detto, Zeus sacrificò un toro a Helios (Sole) e a Ouranos (Urano, Cielo) e a Ge (Gea, Terra); e in relazione a ciascuno dei riti gli fu rivelata la volontà degli dei nella faccenda, i presagi che indicavano la vittoria degli dei e una defezione a loro del nemico.”

URANO TESTIMONE DEI PRESAGGI DEGLI DEI

Apollonio Rodio, Argonautica 3. 697 ff (trans. Rieu) (epica greca C3rd B.C.) :
” ‘Giura per Gaia (Gaea, Terra) e Ouranos (Urano, Cielo) che terrai per te ciò che dico e lavorerai in combutta con me . . .’
‘Farò come chiedi e farò il solenne giuramento dei Kolkiani (Colchiani), giurando per il potente Ouranos (Cielo) e per Gaia (Terra) di sotto, la Madre degli Dei, che se le tue richieste non sono impossibili ti aiuterò come desideri, con tutto il potere che è in me.

Inni a Urano

Inno Orfico 4 a Urano (trans. Taylor) (inni greci dal III a.C. al II d.C.) :
“A Ouranos (Urano, Cielo), Fumigazione di incenso. Grande Ouranos, la cui possente struttura non conosce tregua, padre di tutti, da cui il mondo è sorto; ascolta, generoso genitore, fonte e fine di tutto, per sempre vorticoso intorno a questa palla terrena; dimora degli dei, il cui potere custode circonda il mondo eterno con sempre durante i limiti; il cui ampio seno, e pieghe avvolgenti la terribile necessità della natura tiene. Eterea, terrena, la cui struttura onnivora, azzurra e piena di forme, nessun potere può domare. Fonte onniveggente di Kronos (Crono, Tempo), per sempre benedetto, divinità sublime, propizia su un nuovo mistico brillare, e coronare i suoi desideri con una vita divina.”

MISCELLANEA DELL’URANO

Plato, Cratilo 400d & 396a (trans. Fowler) (filosofo greco C4° a.C.) :

Sokrates (Socrate): Domandiamoci quale pensiero abbiano avuto gli uomini nel dare loro i nomi. . . I primi uomini che diedero i nomi non erano persone comuni, ma alti pensatori e grandi parlatori . . . Questo dio è chiamato correttamente, attraverso il quale (di’ hon) tutti gli esseri viventi hanno il dono della vita (zên) . . . E potrebbe sembrare, a prima vista, altamente irriverente chiamarlo figlio di Crono e ragionevole dire che Zeus è la prole di qualche grande intelletto; e così è, perché koros non significa figlio, ma la purezza (katharon) e la natura immacolata della sua mente.Kronos (Crono), secondo la tradizione, è figlio di Ouranos (Urano, il cielo); ma lo sguardo verso l’alto è giustamente chiamato con il nome celeste (ourania), guardando le cose di sopra (horô ta anô), e gli astronomi dicono, Ermogene, che da questo sguardo gli uomini acquisiscono una mente pura, e Ouranos è correttamente chiamato.”

URANO LA CUPOLA DEL CIELO DI BRONZO

Esiodo, Teogonia 700 e seguenti:
” venne subito, scagliando il suo fulmine . . . Un calore stupefacente si impadronì di Khaos (Caos, l’Abisso): e a vedere con gli occhi e a sentire il suono con le orecchie sembrava addirittura che Gaia (Gea, la Terra) e l’ampio Ouranos (Urano, il Cielo) in alto si incontrassero; perché un così grande schianto sarebbe sorto se Gaia (la Terra) fosse stata scagliata alla rovina, e Ouranos (il Cielo) dall’alto la scagliasse giù; un così grande schianto ci fu mentre gli dei si incontravano in lotta.”

Esiodo, Teogonia 730 e seguenti:
” tanto sotto la terra (gaia) quanto il cielo (ouranos) è sopra la terra; perché così lontano è dalla terra a Tartaros. Perché un’incudine di bronzo che cadesse dal cielo (ouranos) nove notti e giorni arriverebbe alla terra (gaia) il decimo; e ancora, un’incudine di bronzo che cadesse dalla terra nove notti e giorni arriverebbe al Tartaro il decimo.
Intorno ad esso corre un recinto di bronzo, e la notte si estende in triplice linea tutto intorno ad esso come un girocollo, mentre sopra crescono le radici della terra e del mare infruttuoso. . .E lì, tutti nel loro ordine, ci sono le fonti e le estremità della tetra terra (gaia) e del nebbioso Tartaro e del mare infruttuoso (pontos) e del cielo stellato (ouranos), ripugnante e fetido, che anche gli dei aborrono.”

Quinto Smirne, Caduta di Troia 2. 549 e segg. (trad. Way) (epica greca del IV sec. d.C.) :
“Così, mentre piangeva, le lacrime scorrevano sul suo volto immortale, come un fiume che trabocca sempre: la terra scura intorno al corpo era inzuppata. Nyx (la Notte) si addolorò per l’angoscia di sua figlia, e Ouranos (Urano, il Cielo) stese su tutte le sue stelle un velo di nebbia e nuvola, di amore per Erigeneia (la Signora della Luce).”

GRECO ANTICO & ARTE ROMANA

SORELLE

GRECO

ROMANO

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